venerdì 21 dicembre 2018

My Christmas Carol

È successo ancora, erano lì in vetrina, in mezzo agli addobbi scintillanti, allegri e danzanti.
Succede che è Natale .                               A mia discolpa la solita vecchia scusa. Le scarpe sono gemelle e si moltiplicano come piccoli Gremlins in casa mia.  Insomma ne ho comprate tre. Tre paia. Tutte nere, tutte diverse.

Avevo sette anni e possedevo un solo paio di scarpe, vecchie e rovinate a causa delle quali ero oggetto di scherno da parte di un compagno di classe.
 Un giorno, rientrando da scuola, buttai la cartella per aria e dissi a mia madre, con la determinazione della piccola Dorothy del Mago di Oz, che se non mi avesse comprato un paio di scarpe nuove, mi sarei ritirata da scuola. Ricordo lo sguardo da cerbero di mia madre, mentre sfaccendava ai fornelli e doveva badare ai soliti capricci di quella figlia impertinente e fumina.
Un rumore dietro la porta annunciò l'improvviso rientro di papà. L'accoglienza non fu delle migliori.
La sua indisciplinata primogenita giaceva per terra, scalza e con due occhioni lacrimosi e lucidi.
La scena madre che seguì non ebbe però il solito epilogo del castigo in camera.
 Mio padre prese la porta di casa e sparì. Io ero basita e terrorizzata, sentivo lo sguardo della mamma trafiggermi per aver provocato una tale reazione.
Quel giovane e barbuto Scrooge rientrò invece dopo circa dieci minuti. Tra le sue nocche forti reggeva tre scatole di scarpe impilate e tenute ferme con lo spago.
Erano tre paia.
Erano per me.
Era il mio papà.


mercoledì 19 settembre 2018

All that glitters is not gold.

(Jimmy Choo - f/w 2018)

"La notte, nel letto, lo perseguitavano le ambizioni più grottesche e fantastiche, il cervello gli tesseva un universo di sfarzo indicibile, mentre l'orologio ticchettava sul lavabo e la luna gli intrideva di luce umida gli abiti sparsi alla rinfusa sul pavimento. Ogni notte alimentava le sue fantasie finché la sonnolenza si abbatteva con un abbraccio dimentico su qualche scena vivace. Per un certo periodo queste fantasticherie gli procurarono uno sfogo all'immaginazione; erano un'intuizione confortante dell'irrealtà della realtà, una promessa che la roccaforte del mondo era saldamente basata sull'ala di una fiaba".


Francis Scott Key Fitzgerald
Il Grande Gatsby (1925)

martedì 15 maggio 2018

A piedi nudi

Ci si mette a nudo scrivendo. È un gesto intimo che mi impone di chiudermi in una conchiglia per ascoltare il rumore del mare. Di quello che si agita dentro, delle mie maree e delle mie risacche. Ogni estate comincia presto e ho sempre paura che corra via veloce prima che io sia riuscita ad affidare al vento e a quella schiuma verdeggiante i miei propositi, il mio bilancio, le mie aspirazioni, le mie confessioni. Mi piace sentire la sabbia bagnata e granulosa, affondarci o sprofondarci. C'è un mare nuovo intorno. Credo che la pesca quest'anno sarà abbondante. 

martedì 24 aprile 2018

So Run baby, Run.


Credevo che mettermi sulle punte sarebbe stato il mio punto di arrivo. Di ritorno a casa. Alla mia infanzia e adolescenza, alle mie passioni. Ma non sai mai cosa ti aspetta dietro una curva quando finalmente hai ritrovato, come Pollicino, le briciole per ritornare a te, alla tua dimora fatta di corpo e di anima. Ho indossato scarpe di tutti i tipi cercando di ritrovarti papà, volevo percorrere ancora un tratto di strada insieme a te. Ma ora so che è tempo di lasciarti andare. Continua a seguire la luce. No, non ci lasceremo mai e ci ritroveremo un giorno. Ora consentimi però di provare a camminare da sola. Sono cresciuta sai?Anzi ascolta quello che ho da dirti papà... ho cominciato a correre! Ti abbraccio. Mi abbraccio.

mercoledì 21 marzo 2018

In punta di piedi

Come diventare trasparenti? Ripenso alla mia educazione basata tutta sul non disturbare, non chiedere spiegazioni, ringrazia sempre, chiedi il permesso, non infastidire, non provocare, evita di rispondere, non parlare se non ti è richiesto. E allora comprendo che ho trascorso tutta una vita con un paio di scarpette da danza ai piedi, ferma sulle punte ad attendere che mi fosse dato il permesso di mettere i tacchi e poter, finalmente, fare rumore, occupare tutto lo spazio e non soltanto pochi centimetri, in equilibrio. Sulle punte è un posto bellissimo ma solo se sei tu a sceglierlo. 

martedì 5 dicembre 2017

La voglia

Oggi mi è ripresa la voglia. Di scrivere. Di calze. Di zucchero a velo. Di scarpette rosa. Di tempo da dedicarmi. In realtà quel tempo me li sono già faticosamente ripreso. Danzo. Per me. Davanti al mio pubblico immaginario. Ho un divano di fronte a me e grandi finestre alle spalle. Il giradischi sa cosa suonare. E io mi muovo fluida, sento il mio respiro, i miei battiti, e guardo tutti negli occhi. Il collo del piede è un pendio dolce sul quale scivolano i miei occhi. Mi abbraccio. Mi tendo. Faccio spazio fuori e dentro di me.
Resisto al dolore per dimostrargli che so vincerlo, alla fatica che non è posa, alle bassezze che mi regalano centimetri.
Si aprano le danze.

sabato 7 ottobre 2017

L'abbraccio dimenticato

Io respiravo la tua aria e sapevi di burro e di zucchero. Le tue mani mi lavavano il viso piccolo con acqua tiepida e carezze cremose.
Avevo due, tre poi quattro anni e vorrei poter avere quel fazzoletto ricamato che nascondevi nella tasca della giacca blu tessuta a mano dalla magliaia del piano di sotto. La signorina Pellegrino. Ricordo il rumore di notte della macchina da maglieria che andava su e giù con ritmo incessante.
E poi quel pianto nascosto che facevi solo davanti a me mentre giocavo con il medaglione che portavi al collo.
- Nonna chi è questa bambina vestita da sposa?
- La zia Cecchina
E le lacrime ti solcavano il volto di pasta di mandorla senza sciogliere quel meraviglioso sorriso con il tuo rouge lancôme.

Ciao nonna.
Ciao Concettina. Non è stata colpa tua.